RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: UN’ESPERIENZA CON GLI PSICOFARMACI
Riceviamo e pubblichiamo la lettera anonima che trovate sotto.
Ciao.
Ho scritto sul mio quaderno parte della mia esperienza
psichiatrica.
Volevo
condividerla con voi, nella speranza che prenda posto la voce della
giustizia per quanto sta accadendo a me e a tanti altri.
Io
sono una persona qualunque, che, come tante altre persone qualunque è
stata maltrattata, abusata e torturata da una psichiatria che non da
ascolto al malato in cura, e che pare si occupi solo di perseguire
probabili interessi economici e di stato, a scapito di poveri
malcapitati.
La
psichiatria pubblica, per come io l' ho conosciuta, non si è mai
preposta di curarmi, ma solo di rendermi utile ad un sistema che
prevede un prolungato uso di psicofarmaci a cui il paziente non può
facilmente sottrarsi.. Farmaci, gli psicofarmaci, che creano forte
dipendenza, logorano il fisico, e che in realtà non curano ma
addirittura peggiorano i sintomi stessi per cui vengono prescritti.
La mia esperienza ne è la prova: ho iniziato a ricevere ricoveri
coatti a 22 anni che io ricordi, durante
una
mia personale crisi interiore. Nel corso dei successivi 12 anni ho
visto peggiorare non solo il mio stato emotivo e fisico, nonostante
fossi seguito e sotto cure, ma ho visto peggiorare soprattutto il mio
stato mentale e psicologico, con un susseguirsi di ricoveri in
psichiatria di cui
ho
perso il conto. Senza che mai venissero prese in considerazione le
miei parole, con le quali dicevo ai miei curanti, ripetute e più
volte nel corso degli anni, senza mai essere ascoltato, che coi
farmaci prescrittimi non vedevo alcun miglioramento della mia
condizione ma anzi un drastico aumento dei sintomi e del senso di
colpa. Nessuno voleva notare che la mia collera era data da effetti
collaterali dei farmaci. Non sono mai state prese in considerazione
le miei parole, se non dopo 12 anni di cure deleterie e 2
segnalazioni all' urp, allora completamente ignorate dal mio vecchio
psichiatra curante, che per mia fortuna fu sostituito dall' attuale
dottoressa che cominciò un po' a dare fiducia a quanto dicevo e al
mio vissuto. Dopo innumerevoli battaglie per far valere i miei
diritti, mi sento però ancora dire che io ho probabilmente bisogno
dei farmaci, come un
diabetico
dell' insulina. Circa 10 anni fa dissi che non avrei più assunto i
farmaci prescrittimi a
meno
che non si fosse valutata una terapia alternativa. Mi obbligarono
allora a curarmi in forma depot, rilascio prolungato, con la stessa
classe di psicofarmaci che io tanto affermavo non avere effetti
benefici sulla mia persona. Continuamente distrutto, reso infelice e
misero, impotente e
arrabbiato
per i loro trattamenti inumani, e drogato dai loro farmaci, eccedevo
in intensi momenti d' ira. Nessuno mi aveva mai detto che gli
antipsicotici che mi prescrivevano causassero quella mia aggressività
e irritabilità. I miei eccessivi stati di rabbia e angoscia venivano
fatti passare per una mia patologia, come anche il mio non voler
prendere i loro farmaci. Come dire che sei pazzo se ti rifiuti di
stare male e farti maltrattare.. Ad oggi che ho iniziato a calare
questi psicofarmaci e noto
come
la mia irascibilità si stia attenuando, posso affermare e affermo
con certezza quanto ho descritto sopra e insistito nel dire da tempo,
a questi medici che mi seguono . Questa è la storia di molti,
persone come me che con pochi istanti di colloqui ne è stato deciso
il destino, ne è stata
rovinata
la vita, grazie solo ad un opinione medica insindacabile, che però
non si fonda su nessuna analisi chimica, ma sulla mera opinione di
chi, è preso probabilmente da interessi personali ed economici, di
prestigio e orgoglio personale, per motivi di carriera e quant'
altro,
Io
ammetto di aver fatto degli errori, non ero certamente un esempio da
seguire, mi drogavo e bevevo tutti i giorni, ma posso affermare come
queste mie problematiche non siano state seguite correttamente e
addirittura peggiorate dalla struttura e i medici che mi hanno preso
in carico. Non è
possibile
che in un paese civile, che persone come me e tanti altri bisognosi
di aiuto, in condizioni di fragilità, debbano subire ulteriori danni
e traumi psicologici da strutture che si propongono di curare e che
invece peggiora solo un danno già esistente. Urge la necessità di
regolamentare ulteriormente i trattamenti sanitari psichiatrici in
Italia, in modo tale che si evitino abusi e inferni quali quelli
protratti sulla mia persona. Urge la necessità di implementare
trattamenti che non siano
solo
quelli farmacologici, ma che diano spazio e ascolto ai bisogni di
ogni paziente psichiatrico. Gli psicofarmaci non sono la soluzione al
dilagare delle sempre più numerose forme di malattia mentali che
vengono spesso proposte con entusiasmo e allarmismo dai media. Gli
psicofarmaci devono
essere
utilizzati in maniera limitata e se e solo se strettamente necessari
nei casi più gravi e urgenti. Non devono assolutamente e non sono
certamente la soluzione a disagi che hanno per il più delle volte
solo bisogno di esserne esternati e accolti, e non repressi con mere
persecuzioni come a me è capitato. Col barbaro metodo della violenza
non si è mai risolto niente. Il disagio mentale o per meglio dire
emozionale, deve essere accolto e non soppresso. Spero che qualcuno
si stia muovendo in questo verso, verso una umanizzazione della
psichiatria.
Nel
mentre vi porgo i miei più cordiali e distinti saluti.
Questa
è la mia esperienza, grazie per avermi dato modo di raccontarla.