Collettivo Antipsichiatrico Artaud

A Pisa è nato il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud contro gli usi ed abusi della psichiatria.
Nessuno di noi è psichiatra, psicologo o uno "specialista " della mente ma siamo tutte persone
interessate a contrastare gli effetti nefasti che questa scienza del controllo produce sull'intero corpo sociale.
Ci sembra necessario mettere in discussione le pratiche di esclusione e segregazione indirizzate
a tutti quelli che non accettano il sistema di valori imposto dalla società.
E' arrivato il momento di rompere il silenzio che permette il brutale perpetuarsi di tutte le
pratiche psichiatriche e di smascherare l'interesse economico che si cela dietro
l'invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci.
Ci proponiamo di fornire:
- un aiuto legale
- informazione sui farmaci e sui loro effetti
collaterali
- denunciare le violenze e gli abusi della psichiatria

Chiunque è interessato può intervenire alle nostre assemblee che si svolgano
tutti i martedì alle 21:30 c/o lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi 72 a PISA
per info : antipsichiatriapisa@inventati.org
3357002669

attivo il nuovo sito del collettivo
www.artaudpisa.noblogs.org

venerdì 25 luglio 2025

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: UN’ESPERIENZA CON GLI PSICOFARMACI

 Riceviamo e pubblichiamo la lettera anonima che trovate sotto.

Ciao. Ho scritto sul mio quaderno parte della mia esperienza psichiatrica.
Volevo condividerla con voi, nella speranza che prenda posto la voce della giustizia per quanto sta accadendo a me e a tanti altri.

Io sono una persona qualunque, che, come tante altre persone qualunque è stata maltrattata, abusata e torturata da una psichiatria che non da ascolto al malato in cura, e che pare si occupi solo di perseguire probabili interessi economici e di stato, a scapito di poveri malcapitati.
La psichiatria pubblica, per come io l' ho conosciuta, non si è mai preposta di curarmi, ma solo di rendermi utile ad un sistema che prevede un prolungato uso di psicofarmaci a cui il paziente non può facilmente sottrarsi.. Farmaci, gli psicofarmaci, che creano forte dipendenza, logorano il fisico, e che in realtà non curano ma addirittura peggiorano i sintomi stessi per cui vengono prescritti. La mia esperienza ne è la prova: ho iniziato a ricevere ricoveri coatti a 22 anni che io ricordi, durante
una mia personale crisi interiore. Nel corso dei successivi 12 anni ho visto peggiorare non solo il mio stato emotivo e fisico, nonostante fossi seguito e sotto cure, ma ho visto peggiorare soprattutto il mio stato mentale e psicologico, con un susseguirsi di ricoveri in psichiatria di cui
ho perso il conto. Senza che mai venissero prese in considerazione le miei parole, con le quali dicevo ai miei curanti, ripetute e più volte nel corso degli anni, senza mai essere ascoltato, che coi farmaci prescrittimi non vedevo alcun miglioramento della mia condizione ma anzi un drastico aumento dei sintomi e del senso di colpa. Nessuno voleva notare che la mia collera era data da effetti collaterali dei farmaci. Non sono mai state prese in considerazione le miei parole, se non dopo 12 anni di cure deleterie e 2 segnalazioni all' urp, allora completamente ignorate dal mio vecchio psichiatra curante, che per mia fortuna fu sostituito dall' attuale dottoressa che cominciò un po' a dare fiducia a quanto dicevo e al mio vissuto. Dopo innumerevoli battaglie per far valere i miei diritti, mi sento però ancora dire che io ho probabilmente bisogno dei farmaci, come un
diabetico dell' insulina. Circa 10 anni fa dissi che non avrei più assunto i farmaci prescrittimi a
meno che non si fosse valutata una terapia alternativa. Mi obbligarono allora a curarmi in forma depot, rilascio prolungato, con la stessa classe di psicofarmaci che io tanto affermavo non avere effetti benefici sulla mia persona. Continuamente distrutto, reso infelice e misero, impotente e
arrabbiato per i loro trattamenti inumani, e drogato dai loro farmaci, eccedevo in intensi momenti d' ira. Nessuno mi aveva mai detto che gli antipsicotici che mi prescrivevano causassero quella mia aggressività e irritabilità. I miei eccessivi stati di rabbia e angoscia venivano fatti passare per una mia patologia, come anche il mio non voler prendere i loro farmaci. Come dire che sei pazzo se ti rifiuti di stare male e farti maltrattare.. Ad oggi che ho iniziato a calare questi psicofarmaci e noto
come la mia irascibilità si stia attenuando, posso affermare e affermo con certezza quanto ho descritto sopra e insistito nel dire da tempo, a questi medici che mi seguono . Questa è la storia di molti, persone come me che con pochi istanti di colloqui ne è stato deciso il destino, ne è stata
rovinata la vita, grazie solo ad un opinione medica insindacabile, che però non si fonda su nessuna analisi chimica, ma sulla mera opinione di chi, è preso probabilmente da interessi personali ed economici, di prestigio e orgoglio personale, per motivi di carriera e quant' altro,
Io ammetto di aver fatto degli errori, non ero certamente un esempio da seguire, mi drogavo e bevevo tutti i giorni, ma posso affermare come queste mie problematiche non siano state seguite correttamente e addirittura peggiorate dalla struttura e i medici che mi hanno preso in carico. Non è
possibile che in un paese civile, che persone come me e tanti altri bisognosi di aiuto, in condizioni di fragilità, debbano subire ulteriori danni e traumi psicologici da strutture che si propongono di curare e che invece peggiora solo un danno già esistente. Urge la necessità di regolamentare ulteriormente i trattamenti sanitari psichiatrici in Italia, in modo tale che si evitino abusi e inferni quali quelli protratti sulla mia persona. Urge la necessità di implementare trattamenti che non siano
solo quelli farmacologici, ma che diano spazio e ascolto ai bisogni di ogni paziente psichiatrico. Gli psicofarmaci non sono la soluzione al dilagare delle sempre più numerose forme di malattia mentali che vengono spesso proposte con entusiasmo e allarmismo dai media. Gli psicofarmaci devono
essere utilizzati in maniera limitata e se e solo se strettamente necessari nei casi più gravi e urgenti. Non devono assolutamente e non sono certamente la soluzione a disagi che hanno per il più delle volte solo bisogno di esserne esternati e accolti, e non repressi con mere persecuzioni come a me è capitato. Col barbaro metodo della violenza non si è mai risolto niente. Il disagio mentale o per meglio dire emozionale, deve essere accolto e non soppresso. Spero che qualcuno si stia muovendo in questo verso, verso una umanizzazione della psichiatria.

Nel mentre vi porgo i miei più cordiali e distinti saluti.
Questa è la mia esperienza, grazie per avermi dato modo di raccontarla.

mercoledì 23 luglio 2025

da Sondra Cerrai: resoconto udienze del processo sui maltrattamenti alla Stella Maris dell’11 e 22 luglio 2025

 Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Sondra Cerrai il resoconto delle ultime due udienze del processo sui maltrattamenti alla Stella Maris, quelle dell'11 e del 22 luglio scorso, dove hanno parlato gli avvocati di alcuni imputati e della Stella Maris.

Le udienze dell’11 e 22 luglio sono state dedicate all’ascolto degli avvocati degli imputati e della Stella Maris in qualità di parte civile al processo.

E’ bene partire da quest’ultima circostanza. La Stella Maris gioca due ruoli in partita: è sotto accusa con i suoi operatori, i suoi medici, i suoi metodi e, contemporaneamente, si è costituita parte civile contro gli operatori sentendosi parte lesa (come Istituzione d’eccellenza) per le violenze perpetrate a Montalto. Quello che stona, tuttavia, è che la Fondazione Stella Maris con i suoi migliori avvocati si è costituita parte civile contro gli operatori ma non contro i dottori (anch’essi sul banco degli imputati) creando una kafkiana situazione che sarà difficile da districare da parte del giudice Messina. La descrizione dell’avvocata Boris ha dipinto una fondazione all’avanguardia in tutto: nella formazione, nelle strutture, nella fama costruita nel tempo per il suo impegno verso la disabilità.

E’ stato come ascoltare una narrazione al contrario di quella che è apparsa nei lunghi anni di udienze che hanno messo a fuoco carenze, scarsa formazione e impreparazione. E’ vero, tuttavia, che le “carte” sono sempre state in ordine e che formalmente ogni cosa funzionava ma la realtà era un’altra. Boris ha voluto distruggere il paradigma del perito della procura Alfredo Verde che aveva descritto la Stella Maris di Montalto di Fauglia come un’istituzione totale con tutte le dinamiche che ne conseguono. Verde è stato screditato anche da un punto di vista professionale in quanto non psichiatra. I reati sono tutti addebitabili a singole persone (secondo l’avvocata della Stella Maris) e quindi non esisterebbe alcun “sistema”. Boris ha difeso l’uso dei tappetti come sistema contenitivo mutuato da esperienze del Nord Europa. Ha addirittura asserito che erano gli stessi ragazzi a chiedere questo tipo di contenzione. Sul burnout degli imputati ha negato assolutamente che potesse esistere a Montalto una simile realtà.

L’avvocata Padovani (sempre della Stella Maris) ha parlato a favore del dr. De Vito, Direttore Sanitario della struttura, per il quale lo stesso PM ha chiesto l’assoluzione. Lo ha descritto come una vittima del meccanismo giudiziario, tenuto inutilmente e troppo a lungo sulla graticola. Va precisato che la Corte d’Appello di Firenze, che ha assolto Cutajar (dopo la condanna in primo grado) aveva, in realtà, stabilito che De Vito doveva stare a Montalto diversi giorni al mese e che questo di fatto non è mai avvenuto. Speriamo che il magistrato possa riprendere questo passaggio della sentenza di Firenze non considerato neppure dal PM Pelosi.

Hanno parlato poi gli avvocati difensori di VIVALDI, FRIGNANI, CASALINI e LUCCHESI.

La posizione degli avvocati difensori è stata simile anche per gli imputati del giorno 22 luglio: PARENTI, QUINTAVALLE, PARVENIUC, PASQUALETTI e CAROTI.

L’avvocato di VIVALDI, in particolare, ha messo in evidenza le condizioni fisiche della propria assistita, gravemente obesa e quindi non in grado di gestire ragazzi così difficoltosi e costretta, in qualche modo, ad usare le maniere forti per farsi rispettare. Ha accusato la dirigenza Stella Maris di non essersi resa conto che questa operatrice doveva essere assegnata ad altro incarico. In ogni caso ha negato l’applicabilità del reato di maltrattamento ed ha proposto l’abuso di mezzi di correzione, percosse e oltraggio, reati già ampiamente prescritti!!! Queste richiesta sono state il letitmotiv di tutti gli avvocati.

CASALINI e FRIGNANI (difesi dallo stesso avvocato) sono stati descritti come scarsamente formati e lasciati in balia di se stessi, vittime di bornout non certificato da chi avrebbe dovuto.

LUCCHESI (che è quello che per il quale il PM ha chiesto la pena più lieve), colui che prima di fare l’operatore alla Stella Maris lavorava al mercato del pesce di Livorno, è stato difeso dal proprio avvocato per aver utilizzato offese ed un linguaggio troppo colorito come effetto del suo essere livornese. L’avvocato, nell’argomentare questa difesa, si è riferito alla relazione del perito di parte PIETRINI che aveva svalutato i maltrattamenti vocali e le offese derubricandole a linguaggio colorito tipico dei toscani.

22 luglio

La giornata del 22 è stata, di fatto, la continuazione della precedente. Il primo avvocato ha preso le difese di PARENTI un giovanissimo operatore (allora di 23 anni) a suo dire buttato in un ambiente difficile senza alcuna preparazione. L’avvocato Guardavaccaro ha detto testualmente: “il mio assistito si è accorto che c’erano i tappeti, si è accorto che mancava l’acqua calda, si è accorto che molti pazienti aggredivano gli operatori e si è organizzato da solo”. Parenti ha imparato guardando i più anziani, ha aggiunto. Ha poi citato Basaglia e Tobino per dire che la teoria è bella ma la realtà è molto più complicata da gestire. “Si possono abolire i manicomi ma non i matti” ha detto Guardavaccaro e vi è un oggettivo vuoto legislativo che le strutture cercano di colmare come possono. Va precisato che in passato l’avvocato Guardavaccaro è stato presidente della Stella Maris.

L’avvocato di QUINTAVALLE ha fatto un lungo e argomentato intervento. Quintavalle è un caso a sé, non rientra tra gli operatori ripresi dalle videocamere, aveva avuto un passato violento nella struttura già dal 2006, era stato denunciato anche dalla dottoressa Masoni a Cutajar. E Cutajar (Direttore Generale) si era guardato bene dal denunciarlo alle forze dell’ordine o dal licenziarlo o dal punirlo, limitandosi a chiedergli le dimissioni per salvaguardare il buon nome della struttura. L’aggressività di un giovanissimo paziente con il braccio fratturato e si era macchiato di reati violenti descritti anche da ospiti della struttura in grado di parlare. Quintavalle potrebbe davvero farla franca perché nel suo caso sarebbe già prescritto anche il reato di maltrattamento (sono 14 anni). Il suo avvocato l’ha difeso dicendo che il proprio assistito non era qualificato per svolgere un ruolo così delicato e le sue risposte violente erano dettate dalla paura, erano delle “reazioni”. Ha detto che uno dei punti chiave attorno a cui ha ruotato questo processo è stato quello della mancata preparazione degli operatori ed ha aggiunto “la vera follia è aver consentito questo”. Anche lui ha rifiutato il reato di maltrattamento e l’abitualità di tale condotta (posta come aggravante dal PM) citando una serie di sentenze. Non c’era dolo in quello che faceva il suo assistito ma solo paura e reazione di difesa.

L’avvocato dell’operatrice PARVENIUC ha ripreso a suo favore la teoria dell’Effetto Lucifero citata dal perito Verde. La sua assistita, vivendo in un ambiente degradato in cui tutti operavano in quel modo, ha creduto che quella fosse la normalità e si è adeguata. Anche lui ha posto l’accento sulla discrasia tra teoria e realtà: una cosa sono le belle teorie di Basaglia, una cosa la realtà concreta.

L’avvocata di PASQUALETTI ha esordito dicendo che le immagini dei video non sono così crude come in altri casi. Ha criticato la relazione di Verde. Ha sostenuto che la professionalità non ha nulla a che vedere con i maltrattamenti. Ci ha tenuto a precisare che il suo assistito era molto formato (era il capo degli educatori) e che tutti avevano di lui una grandissima stima. Ha citato le parole di una dottoressa che avrebbe messo le mani sul fuoco a sua difesa. Pasqualetti, peraltro era anche RSU della struttura ed aveva voce in capitolo sui corsi di formazione. Le condizioni di lavoro non erano idonee e mancava una guida effettiva della struttura, ha detto la sua avvocata. Anche lei ha negato che il suo assistito possa essere associato al reato di maltrattamento. Ha chiesto l’applicazione dell’art. 581del codice penale (percosse).

Infine è stata la volta di CAROTI uno degli imputati (dopo il Salvadori) più citato nel processo, con molti episodi al suo attivo, con un passato in cui era già stato attenzionato dai medici per le sue condotte poco ortodosse, che aveva già avuto dei richiami disciplinari.

La sua avvocata lo ha dipinto come ligio al dovere, sempre pronto a portare a casa sua i pazienti, come uno che si faceva ben volere e rispettare: un operatore che per scelta ha lavorato oltre 40 anni a Montalto. A volte si sentiva un “surrogato delle famiglie”, si comportava quasi da padre. Non si meritava tutto il fango che gli è stato gettato addosso. I video. per essere letti bene, vanno interpretati e contestualizzati nel clima di convivialità e di familiarità di Montalto. L’avvocata ha ripreso molte argomentazioni del perito Pietrini ed ha contestato una ad una tutte le condotte illecite addebitate al suo assistito. Anche lei ha negato l’ipotesi dei maltrattamenti adeguandosi alle richieste degli altri avvocati.

Prossima udienza ci sarà il 23 settembre alle ore 9.30 con il resto degli imputati e le due dottoresse.

Sondra Cerrai

LINK per ascoltare intervista in DIRETTA dal presidio al processo Stella Maris di martedì 22 luglio

 

https://www.ondarossa.info/newsredazione/2025/07/presidio-stella-maris-pisa

A questo link potete ascoltare l’intervista che abbiamo fatto, come collettivo Artaud, a Radio Ondarossa in diretta dal presidio sotto il tribunale per il processo sui maltrattamenti alla Stella Maris durante l'udienza di martedì 22 luglio. 

Collettivo Antipsichiatrico "Antonin Artaud" Pisa - 2007 antipsichiatriapisa@inventati.org